Festival delle Regioni. Il racconto di Giorgia, capo del Mottola 1

di Giorgia Carriero, Capo Reparto Gruppo Scout AGESCI Mottola 1

Le giornate di domenica 20 e lunedì 21 ottobre sono state per me e per Tommaso Bisoffi (Incaricato regionale alla Branca L/C di AGESCI Trentino Alto Adige) particolarmente intense, emozionanti, ricche di incontri, testimonianze e, lasciatemelo dire, anche dense di strada e commozione.

Durante il pomeriggio del 20, presso il Teatro Piccinni di Bari, ho avuto l’opportunità di rappresentare l’AGESCI dinnanzi al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nell’ambito della cerimonia di inaugurazione del Festival Delle Regioni e delle Province Autonome. Nella splendida cornice del Teatro Piccinni alla presenza dei Presidenti Massimiliano Fedriga e Michele Emiliano e del Sindaco di Bari Vito Leccese, il presidente Mattarella ha firmato il Libro Verde elaborato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome invitandoci a firmarlo insieme a lui.

Alla stesura di questo Libro Verde, a cui poi seguirà un successivo libro bianco, abbiamo potuto dare anche nostro contributo individuando alcune sfide importanti per costruire #LaRegioneDelFuturo.

Nello specifico: «…AGESCI propone di lavorare con maggiore impegno all’educazione a un diverso rapporto uomo-natura, che sia improntato al rispetto e alla cura. È importante educare le nuove generazioni alla complessità, collegando diversi livelli di realtà in una logica di ecologia integrale. Questo difficile percorso crediamo possa portare i ragazzi e le ragazze alla formazione di una coscienza critica, che si può tradurre in scelte personali importanti e in scelte ancor più importanti a cui chiamare i rappresentanti politici. Crediamo soprattutto importante un impegno attivo nelle aree più marginalizzate, nel nostro paese e nel resto del mondo, dove la crescita e il progresso non sono solo sviluppo economico ma anche protezione delle diversità che caratterizzano i territori e le diverse culture».

Nel pomeriggio del 21, invece, Tommaso ha raccontato come l’AGESCI educa, in un’epoca di prospettive cupe e complesse, le ragazze e i ragazzi ad affrontare sfide altrettanto complesse, inserite nella cornice della profonda crisi socio-ambientale che stiamo vivendo.

Il messaggio che l’AGESCI ha lanciato in questo festival è che, sebbene la vista sia molto cupa, nella nostra Associazione brilla qualche luce: vediamo ragazze e ragazzi capaci di fare scelte personali decisive e significative e li vediamo spronarci a fare scelte importanti come Associazione.

Degli oltre 18.000 capi presenti alla RN24, il 36% apparteneva a una generazione nata e cresciuta quando la concentrazione di CO2 in atmosfera era a metà tra l’era pre-industriale e quella della crisi climatica contemporanea, il 33%, invece, a una generazione nata e cresciuta quando già si tenevano le conferenze sul clima, tra la COP3 che portò al Protocollo di Kyoto nel ’97 e la COP7 di Marrakesh nel 2002.

Una generazione, l’ultima, cresciuta mentre, nel dicembre 2015, veniva firmato l’accordo di Parigi e soprattutto con una CO2 in atmosfera che già aveva superato i 400 parti per milione.

E’ evidente che le conoscenze scientifiche di cui oggi disponiamo devono indicarci la strada maestra, d’altronde ce lo dice Papa Francesco, lo dice l’IPCC, servono scelte radicali dei nostri rappresentanti politici per mitigare gli effetti della crisi ambientale. Per questo, oggi più che mai, sentiamo di dover rivendicare il nostro diritto a manifestare in modo non violento per richiamare l’urgenza di questo tema.

La crisi climatica ed ecologica che stiamo vivendo ci mette difronte all’immensa frattura che esiste tra gli esseri umani e la natura, che passa dagli evidenti limiti politici di cui il genere umano si affligge e pensa di avere, e ci porta il dovere della complessità che consiste anche nel connettere diversi livelli di realtà: educazione, politica, consenso, economia ed energia.

Il mondo per come lo conosciamo oggi, o meglio per come lo abbiamo costruito, ha un metabolismo troppo insostenibile: in Italia a 6 milioni di cittadine e cittadini viene negato il diritto alla salute, a un ambiente salubre e allo sviluppo sostenibile dei territori, penso per esempio ad una delle città della nostra regione, la mia amata Taranto che da circa sessant’anni vive un vero e proprio razzismo ambientale.

Il processi educativi che mettiamo in atto nelle diverse realtà territoriali non possono non tener conto di tutto questo, perché educazione e sostenibilità sono legati indissolubilmente al futuro.

Quel futuro a cui tutti noi capi dobbiamo tenere per il bene delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi che ci vengono affidati.

Amore e protezione sono due termini profondamente legati, ce lo dice anche la nostra legge, ma se ciò è realmente vero, dobbiamo impegnarci tutti quanti a proteggere, preservare e imparare, se necessario, nuove forme di amore nei confronti della natura e della biodiversità da essa generata.

Un grandissimo ringraziamento va a chi ci ha permesso di partecipare, al presidente Francesco Scoppola per il supporto, la vicinanza e la fiducia, alle nostre comunità capi in cui ci formiamo e cresciamo, e a tutta la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome per averci coinvolti.