Rumore di scarponcini sul sentiero, di parole che si perdono nel vento, di canti sulla strada.
Risate che riecheggiano nel bosco, sospiri di sollievo dopo aver sfilato lo zaino, preghiere sotto le stelle, chiacchiere sui treni, sogni che impalpabili e ambiziosi urlano, stridono, si fanno sentire.
Si è fatto carico di questi sogni, aspettative e desideri un Flixbus con 28 rumorosi scout in partenza da Bari e diretti a Bologna il 29 luglio, pronti a mettersi in gioco in una lunga settimana di sfide.
Il cammino per la Madonna del Faggio e il rispettivo santuario hanno aperto il nostro percorso partito da Pennola, continuato poi per tortuosi sentieri fino all’arrivo al rifugio “Donna Morta”, tappa intermedia per il raggiungimento del Lago Scaffaiolo (1778m). La strada ha consentito la riflessione interiore, l’opportunità di scoprire e superare i propri limiti, camminando “al passo del più lento”. Lungo il cammino, tracce di animali sul terreno, cavalli al pascolo, mirtilli che crescono spontanei sul sentiero, acqua che scorre nel silenzio boschivo. La bellezza delle montagne ammirate dalla vetta più alta in un coloratissimo tramonto ci rapisce. Avevamo sete di bellezza e siamo stati dissetati. Avevamo fame di gioia e lo stare insieme ci ha sfamati: non eravamo partiti per perderci, ma per ritrovarci.
Con gli zaini e i cuori più leggeri ci siamo avviati verso Vedrana, dove ci siamo arricchiti con i racconti, le storie, le esperienze dei membri della comunità missionaria di Villaregia, nata nel 1981. Accoglie laiche e laici consacrati, sacerdoti, coppie di sposi e singoli di diversa nazionalità uniti dalla stessa spiritualità e dalla medesima missione: portare in fraternità e comunione l’annuncio del Vangelo ai poveri, ai deboli, agli emarginati, alle vittime dell’ingiustizia e dell’oppressione, fino agli estremi confini della terra.
In questo nostro mondo lacerato da un individualismo escludente, la Comunità diventa così un segno fragile, ma concreto di una umanità intera chiamata a vivere come una famiglia in cui ogni persona possa sentirsi “a casa”. Ed è con questo spirito che Alessia, Margherita, Annamaria, Maria e Sara ci hanno da subito accolti in comunità, facendoci sentire non ospiti ingombranti, ma membri attivi di essa. Ognuno ha donato il proprio contributo nei vari servizi: c’era chi affiancava in cucina Gonzalo, missionario del Perù, preparando con pochi ingredienti piatti multietnici e chi si occupava di ogni genere di lavoro manuale all’interno della struttura ascoltando i consigli (non solo pratici) di Padre Roberto. Non abbiamo incontrato una comunità chiusa in se stessa, ma aperta al mondo e pronta farsi testimone di una fede coraggiosa e autentica.
Grazie ai missionari abbiamo avuto la possibilità di conoscere numerose realtà all’interno delle quali abbiamo provato, nel nostro piccolo, a dare una mano.
Abbiamo offerto il nostro aiuto nella distribuzione di cibo e acqua per le strade di Bologna, una città ricca di cultura che però tristemente nasconde sotto i suoi portici coloro che agli occhi della gente risultano gli “invisibili”, i “dimenticati da Dio”: i senza fissa dimora.
Ci siamo cimentati anche nell’animazione per anziani ospiti di una residenza nei pressi della comunità e per un gruppo di bambini ucraini, rifugiati a causa della guerra, senza la pretesa di fare i ‘supereroi’ ma cercando semplicemente di “lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato”.
Forti di questa nuova esperienza, torniamo a casa consapevoli di aver “fatto rumore” e di aver smosso qualcosa nei nostri animi e in quelli degli altri, con la voglia di continuare a fare quanto più “chiasso” possibile.
Gli R/S e le novizie e i novizi del Clan/Fuoco Martin Luther King e Noviziato Wang Welin Giovinazzo 1°