Carissimi Capi,
mi accingo a trascrivervi alcune riflessioni frutto di alcuni miei pensieri e del contributo raccolto durante gli ultimi tempi in sede di comitato e consiglio regionale, oltre che di confronto con alcuni A.E. Mi è parso opportuno dare a queste pagine il titolo “Il Punto della Strada”, quanto mai appropriato al contesto. Il rischio di averla smarrita, di aver peso i punti di riferimento, il non avere certezze per il domani, sta impedendo ai nostri passi di proseguire, provocando in ciascuno di noi grande incertezza e confusione. Il 22 Novembre scorso, Solennità di Cristo Re dell’universo, abbiamo vissuto la nostra consueta Assemblea autunnale in una modalità che assolutamente non ci saremmo mai immaginati anche solo di pensare un anno fa. All’interno della stessa mi è stato affidato l’onore e onere di parlare per qualche minuto a tutti voi capi della Regione proprio su questo argomento. E come dettovi al termine dello stesso mi sembra serio e rispettoso offrirvi un testo scritto che mi auguro tra qualche tempo possa essere ulteriormente arricchito e corredato da altre riflessioni, vostre e degli A.E.
DOVE SIAMO
– “Siamo tutti sulla stessa barca”.
“Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato”.(Papa Francesco, 27 marzo 2020).
O ci salviamo insieme o insieme periremo.
“Se non riusciamo a recuperare la passione condivisa per una comunità di appartenenza e di solidarietà, alla quale destinare tempo, impegno e beni, l’illusione globale che ci inganna crollerà rovinosamente e lascerà molti in preda alla nausea e al vuoto. Inoltre, non si dovrebbe ingenuamente ignorare che «l’ossessione per uno stile di vita consumistico, soprattutto quando solo pochi possono sostenerlo, potrà provocare soltanto violenza e distruzione reciproca». Il “si salvi chi può” si tradurrà rapidamente nel “tutti contro tutti”, e questo sarà peggio di una pandemia”.
(Papa Francesco, Fratelli tutti n.36)
– Siamo al termine di un momento storico.
Al termine di una lunga e faticosa giornata di cammino … come insegnava don Andrea Ghetti alle sue Aquile randagie: “Il tramonto ti trova al margine del bosco ove hai piantato la tenda. Seduto davanti a un focherello riscopri te stesso in quei silenzi che riempiono il cuore, e pensi, preghi e ascolti”.
– Siamo in osservazione.
“La riflessione che, dopo lo stordimento iniziale, ci ha accompagnato e ci accompagna ancor oggi è: “non cosa possiamo fare ma cosa vogliamo essere”. Perché in una realtà che cambia così drasticamente e che ci ha immobilizzati il “fare” non basta… Questa è stata la nostra politica: vivere un lungo hike di riflessione, non stare semplicemente a guardare ma osservare, per capire e discernere …” (dalla relazione di Comitato anno 2019-2020).
Discernimento richiamato a più riprese anche durante lo scorso Consiglio Generale.
“Osservare, dedurre, agire”: questa è la declinazione dello scouting. Esplorare infatti non significa solo recarsi in luoghi nuovi. Esplorare è capacità di comprendere ciò che accade dentro e fuori di noi. Osservare, discernere e saper leggere i segni dei tempi.
Si evince da questo primo punto della strada come il “dove siamo”, può essere visto da una doppia e diametralmente opposta angolatura: positiva e negativa.
Purtroppo è sempre più facile fermarsi a quella negativa, schiacciati dal presente, dimentichi del passato, irretiti da un futuro che vediamo fosco e pieno di caligine.
Ecco perché il “da dove veniamo” e “verso dove stiamo andando” risultano quanto mai necessari e fondamentali per una lettura e discernimento sereno del tempo presente.
DA DOVE VENIAMO
– Veniamo dalla Fede, dono di Dio.
Una vecchietta cieca, come recitava Trilussa, che incontrai la notte che me spersi in mezzo ar bosco … La cieca a me pijò la mano e sospirò: – Cammina! – Era la Fede.
– Veniamo da due grandi libri, genesi di tutto…
“Ti raccomando due cose. La prima è la lettura di quell’antico ed ammirabile libro che è la Bibbia, nella quale scoprirai, oltre alla Rivelazione divina, un compendio straordinariamente interessante di storia, di poesia e di morale. La seconda è la lettura di un altro vecchio libro meraviglioso: quello della Natura, con l’osservazione e lo studio di tutto quanto puoi trovare tra le bellezze e i misteri che essa ti offre per la tua gioia. Ed infine rifletti al modo in cui puoi meglio servire Dio finché ancora possiedi la vita che Egli ti ha prestato.
(B.P., La strada verso il successo, pag.193)
«Il libro della natura è uno e indivisibile. L’uomo non è soltanto una libertà che si crea da sé. L’uomo non crea se stesso. Egli è spirito e volontà, ma è anche natura» (Papa Francesco, Laudato si n.6)
Bisogna imparare a saper leggere il messaggio biblico alla luce della madre terra e ad interpretare le leggi di madre natura alla luce della Parola di Dio, perché l’una illumina l’altra.
Non si possono leggere separatamente.
Karl Barth, un grande teologo del secolo scorso, lo faceva in modo sinottico con “la Bibbia e il giornale”, che amava avere sempre ben in evidenza entrambi sulla sua scrivania.
Analogamente dovremmo fare anche noi scout con la Sacra Bibbia e la madre terra.
Senza fare eccessiva forzatura teologica credo che l’annuncio evangelico: “et Verbum Caro factum est”, che tra poco risuonerà la Notte di Natale, possa essere tradotto anche con “La Parola si fece Terra”. L’ecologia integrale di cui parla diffusamente Papa Francesco non è forse figlia dell’incarnazione di Dio?
– Il nostro DNA …
Legge, Promessa, Motto… motore della nostra associazione.
Gioco, avventura, strada, servizio, comunità … benzina per le nostre scelte morali.
E poi ancora, il Patto associativo, il “Libro della giungla” (nostra enciclica sulla cura della Casa Comune), i libri sacri di B.P. … questo e tant’altro costituisce la nostra identità, la nostra comune vocazione.
Vi riporto, a tal fine, uno stralcio di un articolo “Lettera a un Capo” apparso su R/S SERVIRE del 2008: “LA BELLEZZA DI ESSERE CAPO”. Sembra scritto per noi in piena pandemia…
“Carissimo, ho saputo che sei stato scelto dalla tua comunità capi a far parte dello staff dell’unità di reparto. Ci saranno dei momenti duri, che ti faranno pensare che non vale la pena di continuare, che ti senti inadeguato, che i tuoi impegni ti schiacciano, che vorresti fare altre cose più “importanti” per te, per il tuo futuro, che non ti sembra di raccogliere i risultati sperati…
Quando la tristezza e la paura ti minacciano, cerca di cacciarle perché non ti aiutano. Per fare il capo ci vuole gioia, voglia e passione … Mettici anche un po’ di fantasia e creatività, sperimenta anche tu cose nuove e troverai un rinnovato entusiasmo.
L’essere capo è un dono gigantesco di cui dover ringraziare Dio e anche sentirne la splendida eredità.
Buona strada, con affetto e gratitudine.
(Gege Ferrario – Ente e Fondazione Baden)
La nostra promessa riassume perfettamente la nostra vocazione di capi: “Con l’aiuto di Dio, prometto sul mio onore di fare del mio meglio”.
VERSO DOVE STIAMO ANDANDO
Se il presente è il tempo propizio per la carità, e il passato è il terreno da cui trae origine la linfa vitale della fede, cosa è il futuro?
– CHIAMATI A SEMINARE SPERANZA
Lo Spirito scout è un modo di vivere con successo la vita.
Un successo, secondo B.P., che non è fondato su ricchezza o potere, ma consiste semplicemente nell’essere felici in modo attivo. Spirito scout consiste nell’essere giovani, amare la vita, rallegrarsi di essa … sano ottimismo che la rende degna di essere vissuta sempre.
Figli della letizia francescana, siamo chiamati a cantare e sorridere anche nelle difficoltà…
– perché …“Un sorriso fa fare il doppio della strada di un brontolio. Un colpetto sulla spalla è uno stimolo più efficace di una puntura di spillo”;
– perchè …“I ragazzi son capaci di vedere l’avventura in una comune pozzanghera di acqua sporca” (B.P., Il libro dei capi);
– perché …“essere felici con quello che si possiede è quanto di meglio si possa fare. Guarda il lato positivo delle cose e non quello oscuro. Il modo vero per essere felici è rendere felici gli altri”;
– perché …“dare un calcio all’IM-possibile” (B.P., Scoutismo per ragazzi) è possibile;
– perché … “la Speranza si chiama Gesù Cristo”.
Siamo chiamati a costruire relazioni sempre più profonde attraverso ciò che il metodo mette tra le nostre mani. La Progressione personale è la prima via per ben custodire e far crescere il tesoro sacro della vita dei nostri ragazzi.
– CHIAMATI A LASCIARE UN MONDO UN PO’ MIGLIORE.
Non possiamo avere la presunzione di salvare il creato o di guarirne le sue ferite profonde dovute all’uso e abuso irresponsabile che facciamo di esso, ma siamo urgentemente chiamati a lenire le sue ferite, a custodire quel sottile strato di superficie del suolo che sta tra noi e il disastro. Custodire la terra è un dovere per noi, è un compito profetico.
Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’, insiste sulla necessità di “prendersi cura del suolo”. E lo afferma in più punti del testo: “La violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo” (par. 2); “che gli esseri umani inquinino le acque, il suolo, l’aria: tutti questi sono peccati” (par. 8); “Suolo, acqua, montagne, tutto è carezza di Dio” (par. 84)
– CHIAMATI AL CORAGGIO
“Mai avremmo immaginato che il titolo scelto per questo appuntamento centrale dell’AGESCI, “Chiamati ad annunciare con audacia e creatività”, potesse essere da noi così letteralmente vissuto. La realtà con crudezza e senza sconti ci ha lanciato il suo guanto di sfida: fatemi vedere come siete audaci davanti a ciò che uccide, mostratemi nella mancanza di contatti sociali la vostra creatività educativa”. (dalla Cerimonia di Apertura al Consiglio Generale 2020)
– CHIAMATI A COSTRUIRE FRATERNITA’
Baden-Powell riteneva fondamentale la fratellanza civica fra tutti gli scout ma ancora di più fra tutti i cittadini del Mondo (B.P., Scoutismo per Ragazzi, pag.48-58).
La Guida e lo Scout “sono amici di tutti e fratelli di ogni altra Guida e Scout” (art. 4 Legge)
Ma oggi la fraternità è seriamente minacciata.
“La società sempre più globalizzata ci rende vicini, ma non ci rende fratelli. Siamo più soli che mai in questo mondo massificato che privilegia gli interessi individuali e indebolisce la dimensione comunitaria dell’esistenza.
Nel mondo attuale i sentimenti di appartenenza a una medesima umanità si indeboliscono, mentre il sogno di costruire insieme la giustizia e la pace sembra un’utopia di altri tempi.
In questo mondo che corre senza una rotta comune, si respira un’atmosfera in cui «la distanza fra l’ossessione per il proprio benessere e la felicità dell’umanità condivisa sembra allargarsi: sino a far pensare che fra il singolo e la comunità umana sia ormai in corso un vero e proprio scisma.
Perché una cosa è sentirsi costretti a vivere insieme, altra cosa è apprezzare la ricchezza e la bellezza dei semi di vita comune che devono essere cercati e coltivati insieme»
(Papa Francesco, Fratelli tutti n.11.30.31).
“VOGLIA IL CIELO CHE ALLA FINE NON CI SIANO PIU’ “GLI ALTRI” ; MA SOLO UN “NOI”
(Papa Francesco, Fratelli tutti n. 35)
In piedi costruttori del futuro !!!
E PER CONCLUDERE UN PO’ D’INTERROGATIVI
“Quando pensi di avere tutte le risposte, la vita ti cambia tutte le domande” (Charlie Brown)
In sintonia col pensiero di alcuni A.E., con cui come dettovi mi sono confrontato, concludo questi spunti di riflessione non con delle chiare indicazioni e neanche con delle definite risposte ma con degli interrogativi che ci aiutino a guardare in avanti e a continuare il discernimento gettando il cuore oltre l’ostacolo.
– Consapevoli del fatto che le piattaforme non sono vita reale e che, ad esempio, dare guidoncini verdi in via telematica è follia pura, ci chiediamo se ciò che stiamo vivendo è scoutismo? E’ possibile vivere l’uomo dei boschi restando a casa?
– A partire dal libro del Qoelet 3: “C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante. C’è un tempo per .. e un tempo per…
Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo”.
Il tempo di oggi lo stiamo vivendo da scout?
– Dobbiamo avere il coraggio di ridiscutere la sostanza di alcuni concetti (non solo di natura scout) che sino a Febbraio 2020 ci sembravano lineari e chiari: Cos’è la comunità? Cos’è l’Eucarestia? Cosa è l’educazione, cosa è la formazione? Sono possibili vie alternative a quelle classiche?
– Come far diventare lo straordinario momento spirituale vissuto in casa durante i mesi del lockdown, ordinaria vita spirituale?
– Fare è osare? Fare è essere cittadini responsabili? Oppure entrambe le cose?
– La crisi attuale può aiutarci ad aprire gli orizzonti della nostra vita associativa alla comunità parrocchiale, al dialogo coi nostri parroci, alla famiglia, al mondo della scuola, al lavoro! Come?
Sono solo alcuni dei tanti interrogativi che scuotono la nostra mente. Ma solo chi ha l’umiltà di dirsi “so di non sapere” di venerata memoria socratica, può giungere passo dopo passo ad avvicinarsi alla Verità.
“Lampada ai nostri passi sia la Parola di Dio” .. lasciamoci da Lei guidare!
Ultreia Suseia (Più avanti, Più in alto) – motto pellegrini di Santiago –
Buona strada,
Vs don Salvatore