LA VISIONE  

La branca r/s ha reso questione centrale la presa d’atto che: il Servizio non può limitarsi ad un aiuto temporaneo del prossimo ma richiede la capacità di impegnarsi per rimuovere le ragioni di fondo e strutturali dell’emarginazione, dello sfruttamento e della sofferenza. Agire in questo senso presuppone la capacità di un’azione politica che può essere realizzata soltanto insieme al resto della comunità. 

Le azioni programmatiche sono state individuate proprio per orientarsi intorno a questa visione: il Servizio che diventa azione politica e seguace del Vangelo.  

L’area RS, organizzata il 4 febbraio 2024 nel quartiere barese di San Pio, parrocchia della Natività di Nostro Signore, riferita alla APR “testimoni di impegno politico”, ha portato a conoscenza dei capi (IABZ, formatori r/s e staff EPPPI), grazie alle narrazioni di vita di don Gianni de Robertis e Matteo Anaclerio, un esempio concreto e virtuoso di impegno sul territorio frutto di una conoscenza profonda del luogo che si abita.   

Trattasi di un Servizio autentico che richiede di agire non da soli ma come Comunità. 

Queste le premesse che hanno generato l’idea del Cantiere Regionale “partecipazione è libertà ma è pure resistenza”, rispondente alla APR sulla sostenibilità ambientale e, per il quale, si è provato ad innescare il processo di partecipazione, rappresentanza e contribuzione di cui agli artt. 7 e 7 bis del regolamento metodologico. 

Purtroppo tale processo, che avrebbe dovuto seguire un percorso dalle singole comunità di clan fuoco fino ad una comunità r/s di nuova formazione regionale per poi tornare indietro, non si è concretizzato. E’ evidente che lo strumento metodologico in questione non è del tutto acquisito ed utilizzato.  

Ad ogni modo si è deciso di dar corso comunque al cantiere regionale che si è tenuto a Cerignola e dintorni nei gg 24/26 maggio, con la partecipazione dei pochi RS che hanno aderito alla proposta.  

E’ stata l’occasione per raccogliere l’esperienza dei partecipanti e vivere insieme la realtà specifica di quel territorio attraverso il servizio e le testimonianze. 

Si è raccolto il bello ed il buono che i ragazzi e la nostra regione hanno potuto trarre da questa esperienza, rendendo prezioso quell’interrogativo che il cantiere ha lasciato nei cuori di capi e ragazzi: “Quando pensi sia arrivato il tempo di intervenire?” La risposta: “…quando non ne ho potuto più e ho voluto fare la differenza” è terreno fertile per una riflessione comune sulla cura degli ambienti che abitiamo. 

Incontrarsi su questa strada rende l’impegno sostenibile nel tempo; ogni gesto di solidarietà diventa, così, un progetto di trasformazione sociale. 

Le narrazioni di storie di vita quotidiane dei testimoni ascoltati (rappresentanti delle associazioni Pietre di Scarto e Fratelli della Stazione, lo scrittore Leo Palmisano e l’architetto, già assessora del comune di Lucera, Carolina Favilla) hanno reso ben chiara la netta posizione per cui: solo  l’unione e la cooperazione possano costruire una società più giusta e inclusiva avendo come base condivisa la conoscenza e l’amore per il territorio protagonista delle nostre scelte di Vita.  

Del pari, in continuità con gli anni passati, ciascun EPPPI, realizzato nella regione Puglia,  ha generato esperienze significative attraverso storie di Persone e luoghi che testimoniano l’importanza dell’impegno Politico e Cristiano come principi fondanti della formazione della Persona.  

Quest’anno, grazie al contributo significativo di capi che si sono resi disponibili, con coraggio e competenza, si è riusciti a proporre due ross (Molfetta e Brindisi) – un W.E. Partenti (Manfredonia) – e tre Laboratori R/S Taranto, Monopoli e Bari . Esperienze per le quali è scaturita una lettura, da parte degli staff di campo, molto incoraggiante in termini di partecipazione ma anche una nota che deve stimolare gli staff r/s a lavorare molto sulla progettualità dei campi nei punti della Strada e a valorizzare il processo di “andata e ritorno” fondamentale per la crescita delle singole comunità. 

Purtroppo, forse per il periodo (Maggio – Giugno), che ha condizionato anche il cantiere, non si è riusciti a proporre il w.e. Partenti in Salento a causa dei pochi iscritti all’evento.  

Per essere ancora più incisivi nella nostra regione in termini di partecipazione ed opportunità di crescita bisogna pensare ad un lavoro di riscoperta degli EPPPI, valorizzando anche le esperienze delle altre Regioni, poiché, siano sempre più i Rover e le Scolte a giocarsi singolarmente e a vivere esperienze significative che li accompagnino alla Partenza. 

L’ANALISI 

Ed ora non resta che giungere al cuore di questo breve scritto che si propone principalmente di provare a tracciare lo stato dell’arte della branca per orientare i passi futuri. 

Ciò che emerso con chiarezza è che il Servizio molto spesso viene vissuto in una dimensione isolata e decontestualizzata. Ma non solo. Bisogna partire da come, nelle comunità di clan fuoco, gli r/s giungono ad una scelta precisa di servizio. Purtroppo è ormai evidente che sia privilegiata la decisione di vivere esclusivamente il servizio all’interno delle branche, rinunciando ad esperienze di servizio extra associativo fondamentali per l’uomo e la donna della partenza. E’ ormai noto che il c.d. servizio associativo si privilegia per colmare la mancanza di “braccia” all’interno di staff sempre più vuote a causa del fenomeno emigratorio dei giovanissimi che non consente alle co.ca di avere una normale turnazione fra capi nei ruoli. 

Questa prassi diffusa ha distrutto il senso del Servizio in branca r/s ed anche quel lungo ed affascinante processo di discernimento che accompagna gli r/s alla partenza. 

La scelta del Servizio non può mai essere collettiva e generalizzata perchè altrimenti non tiene conto della persona divenendo una mera attività da compiere piuttosto che una scelta che ci cambia e che prova a cambiare il mondo circostante. 

Questa riflessione porta con sé, inevitabilmente, un pensiero sul ruolo dei capi della branca r/s nell’accompagnare gli r/s nei processi di crescita. 

Al netto delle innegabili difficoltà di questo tempo legate a questioni sempre più gravose inerenti questa generazione – come le conseguenze disastrose dell’iperconessione (tendenza ad isolarsi, mondo patinato, mancanza di concentrazione e di capacità di analisi) ed una educazione scolastica fondata prevalentemente su parametri valutativi dei ragazzi – si percepisce una certa apatia, una sorta di scoramento nel ricoprire il nobile compito di essere capi clan e capo clan fuoco. 

Il verbo vivere, come per il percorso Emmaus, è centrale, se non si vivono più le esperienze di senso, capi e ragazzi insieme, tutti gli altri verbi come: incontrare, partecipare, generare, narrare e costruire – propri del nostro agire educativo – vengono meno. 

Per elaborare le esperienze dei ragazzi alla luce della Parola in un percorso di discernimento è necessario che il Servizio sia vita e quindi relazione con sè stessi e con l’altro da sé. 

Le esperienze c.d. lowcost prive di fatica – intesa come quella bella della Strada che è Maestra; quella del Servizio continuativo e non estemporaneo; quella di una comunità che si sforza di trovare il modo per decidere e camminare insieme – sono prive di significato e tendono solo a generare un torpore negli r/s. 

Bisogna vivere la vita di comunità, condividerne obiettivi gioia e dolori, scegliere come orientare i propri passi toccando la carne viva del disagio, dell’emarginazione; solo questo può aprire squarci di riflessione e maturazione profonda dentro i rover e le scolte. 

Che fare? 

Mettiamo al centro la persona nella sua globalità. 

Investire nella cura delle relazioni umane aiuta a costruire una comunità educante che ponga al centro i ragazzi. 

Partiamo da noi capi, non cerchiamo fuori la causa delle difficoltà riscontrate nel nostro servizio associativo. 

Su questa strada l’accompagnamento reciproco emerge come chiave per comprendere le comunità in cui viviamo, consapevoli che recuperare questa dimensione chiede un cambiamento: la fiducia dei ragazzi nei capi è fondamentale, mostrare loro un modo di stare al mondo attraverso la partecipazione, l’organizzazione condivisa e il dialogo continuo è responsabilità urgente. 

Buona strada  

Mariachiara Foresio e Andrea Perrulli

Incaricati alla Branca E/G AGESCI Puglia