Fausta e Franco
Incaricati regionali alla Formazione Capi
Lettera aperta ad Antoine de Saint-Exupéry
Carissimo Antoine de Saint-Exupéry,
scusaci se, approfittando della tua disponibilità ad ascoltarci, abbiamo osato farti visita nel tuo hangar.
Ti vediamo nella cabina di pilotaggio, indaffarato a controllare gli strumenti di bordo, mentre a gesti, comunichi con i tuoi meccanici, impegnati intorno al motore come fossero al capezzale di un ammalato. Non vorremmo disturbarti con le nostre domande, per questo non preoccuparti di risponderci. Basterà l’eloquenza dei tuoi gesti così come accade con i tuoi meccanici.
Se ti fosse stato dato un penny, per ogni volta in cui noi scout abbiamo citato una frase tratta da “Il Piccolo Principe”, saresti una tra le persone più ricche al mondo. Oggi siamo qui, da te, con il nostro penny e sul nostro taccuino abbiamo appuntato le parole rivolte dalla volpe al Piccolo Principe: “È il tempo che hai perduto per la rosa che ha fatto la tua rosa così importante.” Vorremmo che ci aiutassi a cogliere appieno il senso di queste parole, per poi affidarti le nostre confidenze. Sai, la tua storia fatta di tante imprese non riuscite e di atterraggi nel deserto, ci induce a pensare che tu sia tra quei pochi che possano accogliere benevolmente tutti i nostri voli mancati, così come i nostri atterraggi di fortuna. È per questo che ti chiediamo di esserci maestro, di insegnarci a volgere lo sguardo verso l’orizzonte.
Ci sorridi, allora è fatta! Siamo tuoi allievi.
Non abbiamo potuto fare a meno di guardare nella cabina di pilotaggio. Quanti strumenti di volo, lancette e numeri: affidabilità e precisione. Forse saprai che anche noi usiamo i numeri per il nostro navigare. Quest’anno, ad esempio, abbiamo formato in regione 440 capi pugliesi attraverso CFM, CFT, CAM, CCG, W.E. di Spiritualità.(Clicca qui per le statistiche) Numeri di poco inferiori allo scorso anno, considerato anche che due CFM (R/S ed E/G) quest’anno sono posticipati a fine ottobre. Abbiamo avuto un incremento del 37% di capi che hanno partecipato ai CFT (238), anche grazie al CFT di inizio giugno, cosiddetto “di recupero”, programmato in collaborazione con le Zone. La formazione per capi gruppo richiesta a gran voce dalla maggior parte delle Zone, invece, si è sostanziata di fatto in una bassa partecipazione al campo per capi Gruppo. Abbiamo provato a farci qualche domanda in merito: è il periodo della proposta di campo che non va bene (troppo presto, troppo avanti, ecc), è l’ennesimo input per capi Gruppo e, tra i vari impegni, il primo a poter essere saltato?!? Sulla risposta ci stiamo ancora lavorando e dovremo inevitabilmente coinvolgere i territori per questo…
Ad ogni modo, come puoi ben immaginare, anche noi, come te, abbiamo una squadra… nel nostro caso, fatta di formatori e capi che si mettono al servizio per la formazione di altri capi a cui esprimere immensa gratitudine.
Mostri d’improvviso un’espressione perplessa. Perché? Il pensiero torna al racconto del Piccolo Principe: “… se vi racconto tanti particolari sull’asteroide B612 … è proprio per i grandi che amano le cifre … noi che comprendiamo la vita, noi ce ne infischiamo dei numeri”. Ed ecco la prima lezione da maestro. Le cifre non possono essere il parametro essenziale per la valutazione della formazione. Lo ha dimostrato anche un’esperienza di un CFT che ha visto solo 12 partecipanti, eppure ha espresso una ricchezza incredibile.
Per non incorrere ancora nei vuoti d’aria dei numeri e dei calcoli, indicaci a quale tempo la volpe richiama il Piccolo Principe? Al Chronos o al Kairos? Ci mostri un due: è il tempo opportuno.
Grazie! Ora proveremo a raccontarti quanto messo in campo lo scorso anno associativo. Il 19 settembre ci siamo interrogati, con i referenti alla Fo.Ca. di Zona, su come attuare il mandato loro affidato dal Consiglio regionale. Agli inizi di dicembre, poi, abbiamo incontrato i capi campo CFT e i referenti per approfondire: “Il percorso di tirocinio in Zona”. Sono stati due incontri laboratoriali che hanno dato la possibilità di sperimentare unità di intenti, trovare confronto e conforto sul reciproco servizio ed hanno consegnato delle linee guida di indirizzo a riguardo del tirocinio. Alla luce del nuovo modello formativo, i contenuti elaborati diventano patrimonio della nostra regione, da mettere in gioco in questa nuova sfida.
A questo punto vorremmo parlarti di un’impresa, del nostro grande sogno, il Regional Training Team, che si è tenuto nei giorni 11 e 12 marzo sul tema: “Il formatore nel cambio d’epoca”.
Abbiamo incontrato altri due maestri di orizzonti: la Prof.ssa Chiara Scardicchio ed il Dott. Enrico Carosio. La prima ci ha aiutati a prendere consapevolezza del “cambio d’epoca” nei termini della relazione educativa/formativa. Il secondo si è speso nell’aiutarci a rileggere il mandato dei formatori in questo tempo, a partire dalla propria esperienza.
Dopo tanto tempo, i formatori pugliesi si sono ritrovati… i laboratori di pensiero hanno dato l’opportunità, come emerso in maniera quasi unanime dalle verifiche raccolte, di riscoprire, risignificare, rigenerare la rete dei formatori… e se ne sentiva un gran bisogno! Il faticoso lavoro di raccolta e rielaborazione di quanto emerso è confluito negli atti, disponibili per tutti coloro vorranno approfondire la tematica. (Qui gli atti dell’RTT)
Il nostro gioco “Come ti progetto la Co.Ca.” per approfondire il progetto educativo e il progetto del capo, è stato ultimato da poco, dovendo far riferimento al nuovo regolamento di Formazione capi (in cui viene articolato diversamente lo strumento del progetto del capo), approvato nell’ultimo Consiglio generale 2023. Ci auguriamo che, nonostante sia un volo partito con ritardo, possa essere colto come un’opportunità di confronto e gioco da parte delle comunità capi a partire dal prossimo anno!
Come te, anche noi ci siamo avvalsi di preziosi meccanici: I referenti alla Formazione capi di Zona e la Pattuglia. Con i referenti si è riusciti a fare solo un lavoro di carattere informativo e di messa a punto del ruolo. Almeno per ora non è decollata quella connessione generativa di sussidiarietà e cooperazione tra Zone e Regione, più volte sollecitata dagli stessi referenti a parole, ma faticata a mettere in pratica. Anche in questo caso ci siamo chiesti il perché e ci siamo risposti che sicuramente ancora è poco “vissuto” questo ruolo e compreso nella sua interezza, soprattutto in quella relazione di compartecipazione che dovrebbe vedere il livello Regione CON il livello Zona. Probabilmente, il prossimo passo sarà riuscire a trovare INSIEME quelle azioni che possano concretizzarlo.
La Pattuglia è composta da “meccanici altamente specializzati”. Il lavoro comune è riuscito a produrre due eventi di qualità. Ci eravamo posti altri obiettivi, ma c’è stata tanta fatica nell’incontrarsi a tal punto da dover, a volte, rinunciare al lavoro comune.
La discussione sull’approvazione del nuovo modello formativo, all’ordine del giorno del CG 2023 e in volo già da qualche anno, ha richiesto molto impegno da parte delle Zone. Lo scorso anno le singole Zone avevano prodotto dei lavori sui punti di forza e di debolezza della proposta del nuovo modello formativo. Quest’anno, abbiamo cercato di far comprendere al meglio i nuovi orientamenti, attraverso un incontro online ad hoc promosso dai Consiglieri generali e rivolto ai Consigli di Zona e favorendo la ripartenza delle discussioni “dal basso” proprio dalle sintesi prodotte, al fine di non rendere vano il lavoro già svolto. Purtroppo, però, il laboratorio di sintesi durante l’Assemblea primaverile su questo tema ha fatto emergere quanto in tante Zone si sia ripartiti da zero nel confronto, non consentendo di spingere oltre il livello di discussione.
Al CG 2022 è stata approvata una mozione nella quale si richiede agli “…Incaricati nazionali alla Fo.Ca, di promuovere occasioni di formazione per capi che riguardino la gestione dei conflitti, la cultura della nonviolenza…” A tal fine, come Fo.Ca. regionale, abbiamo proposto agli IINN un progetto condiviso con Pax Christi, che, accolto a livello nazionale, è sfociato in un Workshop, che si è svolto a Ruvo di Puglia (BA) dal 9 al 11 giugno e intitolato: “Artigiani a bottega di nonviolenza”. Tre giorni intensi di attività laboratoriali e di riflessione che si sono rivelati essere un’autentica esperienza trasformativa.
Caro Antoine de Saint-Exupéry, siamo stati capaci di stare nella dinamica del Kairos e fuori dai numeri? Pollice alto, ne siamo contenti.
Adesso le tue mani ci invitano a salire con te in cabina per decollare: ora si va alla ricerca di orizzonti.
Mentre eravamo nell’hangar, abbiamo sentito il motore portato su di giri e l’aria diventare irrespirabile. L’elica ferma ed i meccanici come api operaie, agitarsi intorno.
Quel motore tremante dalla velocità e slegato dalla trasmissione ci ha fatto pensare a quelle volte in cui viviamo nell’accelerazione continua e compulsiva, alla rincorsa dei tantissimi impegni. Sembra, però, che il vero interesse sia nel consumo continuo di attività, talora restando fermi. Mentre due documenti importanti (Emmaus e nuovo modello formativo) ci chiedono di “cambiare mentalità”, noi rischiamo di essere alla spasmodica e rassicurante ricerca di dirci “non è cambiato niente”. Così pensando, rischiamo di ricondurre le esperienze educative/formative a categorie interpretative già precostituite e quindi rigide.
Ecco, siamo alla richiesta da parte della rosa al Piccolo Principe: “trovami una campana di vetro”.
Il tuo sguardo accigliato ci coglie in un sussulto di pensieri a capo chino e ci invita ad alzare il capo, a guardare avanti. Ed ecco l’orizzonte squarciarsi, quasi fosse in attesa di incrociare il nostro sguardo. Il motore pare emettere un respiro silenzioso e l’aereo vira a seconda delle tue carezze sulla cloche. Non guardi più agli strumenti di bordo, sembra quasi che i tuoi sensi ascoltino lo stato del volo e le carezze diano la direzione. Il tuo pilotare assume la postura di un artista. Vuoi forse evocarci l’Arte del capo? Il nostro B.-P. ci diceva: “quando guardate, guardate lontano…” e tu hai accompagnato il nostro sguardo ad incrociare l’orizzonte, ovvero le parole di Papa Francesco. Lui ci ha esortati a questa riflessione: «…quella che stiamo vivendo non è semplicemente un’epoca di cambiamenti, ma è un cambiamento di epoca (…) i cambiamenti non sono più lineari, bensì epocali.» (21/12/2019)
Vedi Antoine, non si tratta di cambiamenti che si possono tenere in qualche modo sotto controllo, ma di un mutare dell’insieme, di una rottura radicale.
Rispetto a questo “cambio d’epoca” non c’è consapevolezza che favorisca il discernimento necessario per vivere e servire nel Kairos. Papa Francesco ci indica l’approccio Kerigmatico/Narrativo. Queste indicazioni risuonano anche in Emmaus quando ci racconta la bellezza dell’imprevedibilità dell’esperienza.
Noi siamo così abituati a richiamare l’intenzionalità, più che l’attentività, che corriamo il rischio di non essere pronti a cogliere la meraviglia generata dalla imprevedibilità. Siamo sollecitati da più parti ad un cambio di mentalità, a ritornare bambini, a far domande nuove, a chiederci i “perché” delle cose più che i “come”. Una competenza che questo tempo ci richiede è quella di “fare domande” forse ancor più che dare risposte. Cambiare mentalità, passando dall’itinerario al processo. Il processo abita la dimensione iniziatica e la Prof.ssa Chiara Scardicchio, per questo, ci ha invitati a progettare attività di “apprendimento trasformativo” perché ci aiuterebbe a “sapere come diventare”. Il pedagogista P. Freire afferma: “Noi siamo esseri trasformativi e non destinati ad accomodarci all’esistente”.
In questo “cambio d’epoca” il discernimento è indubbiamente una delle questioni più importanti e decisive. È fondamentale affinare i nostri schemi di lettura, i nostri schemi di significato. Per questo è necessario mettere al centro della formazione dei capi alcuni documenti quali: “La scelta di accogliere”, “Chiamati ad annunciare”, “La sfida di educare oggi”.
Cogliamo il tuo sorriso, comprendi quanto per noi sia importante la rosa? Adesso con gesti eloquenti ci indichi che stiamo ritornando a terra: l’esperienza del volo, dunque, volge al termine.
Apprendere attraverso l’esperienza è il principio base della formazione dei capi e si attua attraverso un processo di “pensare riflessivo”. Questo aspetto dovrà essere oggetto di attenta cura formativa. In questo solco sono state attuate due esperienze diverse in due CFM. La prima ha visto una verifica di campo più “a mente fredda” effettuata con gli allievi dopo quattro mesi dalla fine del campo. Nella seconda lo staff di campo si è cimentato con l’utilizzo dello strumento del “diario di bordo” per formarsi alla pratica riflessiva. Entrambe le esperienze ci hanno raccontato della “cura”, tenere tanto a cuore la nostra rosa, da consentire di risignificare le esperienze per rielaborarle con piena cognizione.
L’esperienza ha però la necessità di essere narrata perché è la via attraverso la quale noi diamo senso alla nostra vita. L’esperienza dell’educare è soprattutto un agire pratico ad alto tasso di problematicità che ha bisogno di essere raccontato per essere compreso, altrimenti si rischia di perdere di vista il processo. Scrive D. Demetrio: “laddove v’è educazione, v’è esperienza d’incontro e di scambio, vi sono due narrazioni che si intrecciano e che danno origine a una nuova storia”.
D’improvviso un sussulto ci coglie: le ruote dell’aero hanno toccato la pista. Apriamo frettolosamente il nostro taccuino e rileggiamo le parole dettate da questa esperienza di sguardo verso l’orizzonte: Il cambio d’epoca, fare il punto su Emmaus con i formatori, il nuovo modello formativo e i referenti/incaricati di Formazione capi, educare oggi (documenti), apprendere dall’esperienza, la narrazione.
Grazie carissimo Antoine, maestro di orizzonti. Il tuo dialogo essenziale con noi ci ha fatto sentire amici. Per questo siamo riusciti, senza paura, a cercare la verità, a cercare il senso della nostra esperienza.
Senza l’etica del dialogo amicale non si fiorisce. Sarà per questo che il Signore Gesù ha detto: “Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa ciò che fa il padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi” (Gv 15,15).
Apriamo il nostro taccuino e scriviamo a chiare lettere, in testa alle altre la parola AMICIZIA.