Teodoro torna nel branco!

Teodoro De Marco, Responsabile Regionale di AGESCI Puglia fino a qualche giorno fa, ha concluso i suo servizio con un bellissimo racconto, letto a conclusione dell’Assemblea Regionale diffusa dello scorso 22 novembre, che pubblichiamo di seguito.

L’uomo torna all’uomo disse Bagheera, e poi lo disse Akela e infina Kaa il saggio pitone della giugla.. Mowgli udì quella frase, ma non riuscì a capirne il senso fino al suo ultimo giorno nella giungla, fino a quando cominciò, la sua “corsa di primavera”. Fino a quel momento era troppo preso a scoprire la bellezza della giugla, le sue mille lingue, le molteplici strategie di caccia, a conoscere i suoi nuovi amici e i suoi fratelli. Un po’ cosi, come è accaduto al cucciolo d’uomo, è accaduto anche a me, e penso accada un pò a tutti, all’inizio di nuovo servizio. Sappiamo bene che prima o poi arriverà il giorno in cui quella parola maestra risuonerà in noi con così tanta impetuosità, da star male per l’emozione che ne produce. A me è successo durante tutto questo ultimo anno e in particolar modo negli ultimi mesi, che vi confesso essere stati i più difficili e i più complicati, non tanto per la pandemia ancora in atto, ma per aver vissuto le “ultime volte”.

E così ho vissuto l’ultimo viaggio, l’ultimo incontro, l’ultimo Consiglio Nazionale, l’ultimo Consiglio Regionale, l’ultimo Comitato, l’ultima Area Metodo, l’ultimo…di ogni cosa ripercorrendo nella mente e nei ricordi la ricchezza di ogni momento. Quando Gabriella e Don Martino mi proposero, a nome del Comitato, di candidarmi come Responsabile Regionale non vi nascondo che mi sentii felice e onorato. Fa sempre piacere sapere che qualcuno abbia pensato a te, che creda in te. Ma dopo i primi trenta secondi di gioia e di gloria personale, ebbi forte la tentazione di dire come generalmente farebbe un astemio a cui gli si offre del buon vino: “Grazie… Come se avessi accettato!

Ero ben consapevole sia dell’impegno, della formazione e della responsabilità che questo incarico mi avrebbe richiesto ma anche e soprattutto ero consapevole dei miei limiti non solo fisici, e questo non vi nascondo, mi ha spaventato parecchio. Nonostante i miei mille dubbi però, e tra un po’ di incoscienza e un pizzico di consapevolezza pronunciai il mio “eccomi” con grande gioia, entusiasmo e passione. Grazie dunque a voi tutti per esservi fidati di me, per aver creduto in me, per aver avuto coraggio nel votarmi, e per avermi aiutato a trasformare i miei limiti in opportunità, in testimonianza in stile del Servire. Grazie per avermi offerto questa occasione e questo bellissimo privilegio.

Sì! Credo che l’esperienza di Responsabile Regionale voglia dire anche riuscire a rappresentare la terra, la gente, la cultura, la sensibilità, la storia di un territorio e questo é un grande onore un grande privilegio e ritengo che in questi quattro anni di non aver mai fatto mancare, in nessuno luogo, la voce della Puglia. Ho vissuto questo mio mandato, con semplicità, con gioia, con umiltà, vivendo ogni occasione offertami con lo spirito del “servo inutile” e privilegiando sempre l’incontro, le relazioni, l’ ascolto, il prendersi cura, ma soprattutto affidandomi al buon Dio e cercando sempre di interpretarne la Sua volontà. Servire è sempre stato per me, un modo concreto con cui poter manifestare l’AMORE che il buon Dio ci ha reso capaci di provare e di donare: ogni gesto d’amore è tale se è colmo di gratitudine e generosità. E

cco io ora non so esattamente quanto di me, sia riuscito realmente a donare ma conosco di certo i tanti gesti di affetto e di amore che ho ricevuto, i tanti occhi, i tanti sorrisi, gli abbracci, gli incontri, i consigli e i suggerimenti ricevuti. So per certo che ho incontrato tante “mani tese”, tante braccia che hanno saputo sostenermi e letteralmente spingermi quando la strada del servizio si mostrava un pò più dura del solito e avvertivo la stanchezza e la difficoltà della salita; e vi assicuro che i tratti in salita sono stati davvero, davvero tanti. I gesti d’amore, per fortuna non svaniscono e restano nei ricordi, nel cuore, nella nostra intimità finendo inevitabilmente nel produrre quei cambiamenti positivi che ci rendono uomini e donne migliori. Grazie dunque a tutti voi, a tutte quelle comunità, a quei capi, a quei genitori, a quei ragazzi che ho incontrato in questi anni e con cui mi sono confrontato, viaggiato, gioito, camminato, pregato. Grazie perché mi sono sempre sentito accolto e amato. Grazie, perché questo servizio mi ha reso migliore.

Credo fortemente che questa nostra società e questa nostra associazione abbia bisogno, ora più che mai, di recuperare un passo e un tempo lento in cui riscoprire il senso più umano e più autentico del silenzio, del “deserto”, dell’ ascolto della Parola, della contemplazione e del camminare insieme. Abbiamo bisogno di Pace.

Avverto nell’aria una sorta di “ansia da prestazione” che ci rende forse, un pò troppo schizzofrenici, distogliendoci spesso dal prendersi cura di noi stessi, del creato, del nostro fratello. La guida e lo scout sono “fratelli di tutti”. ( Suona bene vero?) Concludo dunque questo mio saluto con un piccolo simbolo che parla di me e di come ho vissuto il mio servizio.

Avrei voluto ringraziarvi di persona, abbracciarvi e consegnarne a ogni Co.Ca. questo mio pensiero: ma questo oggi non è possibie, e quindi ve lo racconto. Vi dono la mia ala, la mia unica ala, insieme ad un raggio di una delle mie prime sedie a rotelle e alla bellissima preghiera di Don Tonino che mi auguro possa esserci di sostegno e di aiuto in tutto questo anno cosi difficile e complesso.

Perché l ‘ala e perché il raggio? Ho svolto questo servizio con una consapevolezza: di non poter correre e nemmeno camminare e ho imparato a volare! Proprio come recita il ritornello di quel bellissimo brano che due grandi poeti della musica italiana, Francesco Guccini e Roberto Vecchioni, hanno dedicato ad Alex Zanardi.

“Ho imparato a volare”… è un modo elegante e profondo per dire che non mi sono sentito mai solo, per dire GRAZIE a tutte quelle ali che mi hanno accompagnato, sostenuto e sorretto, che mi hanno aiutato a non cadere e a completare il mio volo. Grazie dunque: alla mia famiglia, a mia sorella Flora, e a mia nipote Lorena; ai nostri collaboratori Donatella, Maurizio, Andrea, Fabio e Vito, grazie a Donatella e Fabrizio (Capo Guida e Capo Scout), a Barbara, Vincenzo e Padre Roberto (Presidenti Agesci) e tramite loro al Consiglio Nazionale, grazie a Elio, Ferri, Marilina e Antonio. Grazie in particolar modo: alla mia Comunità Capi, al Consiglio Regionale che ho sempre vissuto come fosse una famiglia al comitato regionale, a Marica splendida partner associativa, e a mio fratello Don Salvatore. Ma soprattutto e ancora grazie a voi educatori e capi dell’AGESCI PUGLIA.

A tutti voi dono il mio affetto, la mia gioia, un raggio della mia carrozzina che non è un semplice raggio, ma è un pezzo di me. Un raggio è solo un raggio e serve a ben poca cosa. Può servire per fare la pasta fatta in casa, come segna libro o per sturare il buchino del frigorifero, ma …ogni raggio in una ruota cerca innanzi tutto la relazione, l’incontro con l’ altro raggio, e solo dopo è in grado di sostenere e di collegare in maniera forte e solida il mozzo della ruota con la circonferenza.

Vi auguro dunque di sentirvi “raggio” di questa ruota che è la nostra associazione e al cui centro, nel mozzo appunto, ci sono i sogni e i sorrisi dei nostri ragazzi. Vi auguro di non stancarvi mai e di non perdere mai la gioia di amare e di servire anche e soprattutto in questo tempo di pandemia. Vi auguro di cercare occasioni in cui intrecciare e incontrare gli altri raggi.

Auguro a tutti voi, a ogni Co.Ca. e ai vari Consigli dell’AGESCI di far ruotare veloce questa ruota come se foste in discesa ogni volta che nei nostri incontri ci perdiamo in chiacchiere e in filosofia associativa. Auguro invece di ruotare con un passo e un tempo lento, ogni volta che mettiamo al centro dei nostri discorsi e delle nostre azioni i sogni dei ragazzi, il prenderci cura del prossimo, del creato, del futuro delle nostre cooperative, del nostro metodo, della nostra fede.

L’uomo torna all uomo disse Bagheera e poi lo disse anche Akela e infine Kaa il saggio pitone della giungla e cosi anch’io torno a tempo pieno nel mio gruppo, nella mia Co.Ca. nel mio branco.

Grazie e buona strada a tutti voi.

Teodoro