E noi? Da che parte vogliamo stare?

Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato” ci piace pensare che Papa Francesco abbia utilizzato questa espressione per descrivere l’ingiustizia della guerra, nell’enciclica “Fratelli tutti”, pensando un po’ a noi scout. A noi che abbiamo scelto di essere operatori di pace ogni giorno, a noi che scegliamo la fraternità mondiale nelle nostre vite.

Qualche mese fa ”il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari è diventato giuridicamente vincolante per tutti i Paesi che lo hanno firmato“. Questo significa che è illegale l’uso, lo sviluppo, la produzione, il possesso, l’acquisto, il deposito e ogni azione che concerne le armi nucleari nei Paesi che hanno firmato il Trattato.

L’Italia, purtroppo, non è tra questi. In Italia, nel 2021 la spesa militare è già di quasi 25 miliardi di euro, con una crescita annua superiore all’8 per cento. (www.milex.org)
Papa Francesco sottolinea ancora nell’enciclica “Fratelli Tutti” – “la guerra è il fallimento della politica e dell’umanità“. È alla Politica e all’umanità stessa a cui, anche noi, vogliamo fare appello.
Alcuni rappresentanti della Chiesa Cattolica, come il cardinal Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana e mons. Giovanni Ricchiuti presidente di Pax Christi “hanno sottoscritto a loro volta un appello in cui esortano i governi a firmare e ratificare il Trattato delle Nazioni Unite sulla proibizioni delle armi nucleari”.
E noi? Da che parte vogliamo stare? Da cattolici, da uomini e donne operatori di pace, da fratelli e sorelle di ogni altra guida e scout, da uomini e donne al servizio degli ultimi, da quale parte vogliamo stare? La nostra stessa Costituzione all’articolo 11 recita “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizione di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni.”

In tale contesto, l’obiettivo finale dell’eliminazione totale delle armi nucleari diventa sia una sfida sia un imperativo morale e umanitario. (…) La crescente interdipendenza e la globalizzazione significano che qualunque risposta diamo alla minaccia delle armi nucleari, essa debba essere collettiva e concertata, basata sulla fiducia reciproca. Quest’ ultima può essere costruita solo attraverso un dialogo che sia sinceramente orientato verso il bene comune e non verso la tutela di interessi velati o particolari” Papa Francesco.

E noi questo mondo vogliamo proprio lasciarlo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato.

Anche l’ AGESCI nazionale ha firmato questo appello.

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