Pensando al mondo di oggi, alla realtà che tutt’ora ci circonda, la prima cosa che mi verrebbe in
mente per rendere al meglio l’idea, sarebbero, purtroppo, le numerose guerre, che
quotidianamente, continuano a far notizia, e progrediscono incessanti. Parlerei dell’indifferenza,
che affligge sempre di più la nostra società, che spesso ci porta a distogliere completamente lo
sguardo dalla realtà. Ecco, credo che molte di queste cose, siano dovute al poco ascolto che c’è tra
di noi, alla poca empatia.
Il 2023, per me è stato un anno di crescita personale, che mi ha stravolto completamente la vita,
mettendomi a confronto con diverse prospettive. Se c’è però, una cosa che più mi porto dietro da
questo 2023, è che tutte le cose di cui vi stavo raccontando prima, non necessariamente
rispecchiano tutto il mondo, ma solo la sua parte peggiore.
Io, ho avuto la fortuna di partecipare al Jamboree, svolto in Corea del Sud ad agosto. Mi ricordo
ancora quando seppi che la mia candidatura era stata accettata: era un pomeriggio di luglio, io
me ne stavo tranquillo a vedere il telefono, quando ricevetti una mail dall’ufficio Jamboree. Il cuore
mi batteva a mille, avevo mille dubbi su cosa ci sarebbe potuto essere scritto, ma nonostante le
agitazioni, con la mia mano tremolante, decisi di farmi coraggio, cliccare sopra la notifica e
leggere… Ero stato preso. Leggevo, rileggevo, il messaggio in silenzio; dopo averlo letto per la
quinta volta, cacciai un urlo di gioia fortissimo! C’è da dire, però, che ero ancora tremendamente
inconscio di ciò che avrei vissuto realmente. Il Jamboree, infatti, non è solo un incontro tra pazzi,
alle volte anche piromani, che passano una giornata della loro settimana a fare quei tanto strani
giochi. Il Jamboree è stato un sogno, in cui tutti noi, dagli organizzatori ai partecipanti abbiamo
creduto. È stata un’occasione di confronto, anche con persone di paesi, che fino alla partenza non
sapevo nemmeno che esistessero, ma l’evento in se è proprio questo. Jamboree è sinonimo di
fratellanza… Quando ero lì, non mi importava da che paese venissero le persone che avevo
davanti, ciò che importava veramente, è che aveva un fazzolettone al collo, proprio come me, si
respirava un aria di festa continua, e mai come allora, sono stato orgoglioso di essere uno scout.
Purtroppo, non è andato per i versi giusti, e ci siamo trovati successivamente a dover evacuare
quella che ormai da qualche giorno consideravamo casa. Ma, come dice la legge, “la guida e lo
scout sorridono e cantano anche nelle difficoltà”, ed è stata un concetto che ancor di più, dopo
questo episodio, mi è rimasto in testa. Ora, però, dopo aver vissuto questo sogno, la domanda che
mi sono fatto è: dopo il Jamboree, direi ancora le stesse cose di prima per descrivere il mondo in
cui viviamo? Probabilmente sì, ma con una considerazione in più: a volte, agli adulti, potrebbe far
bene ascoltare gli insegnamenti di un ragazzino, nulla è mai come ci mostra l’apparenza.
Enrico Impedovo
Gruppo scout Putignano 1