In un caldo pomeriggio di luglio ho imparato che la diversità di culture può tessere un tessuto unico di connessione umana.
Il ruolo da ambasciatore è stato un viaggio intenso attraverso la scoperta e la comprensione reciproca. Le sensazioni vissute, da noi ambasciatori di ogni angolo del globo, hanno plasmato la mia prospettiva di comprensione reciproca.
Ogni giorno ci alzavamo alle 5 e una persona a squadriglia andava a prendere colazione, pranzo e cena e, verso le 7 e 15 incominciavamo a cucinare così verso le 9 eravamo pronti. Faceva molto caldo, infatti avevamo anche dei cappellini che bagnavamo regolarmente, andavamo alle attività con dei pulmini, ma quando erano pieni toccava andare a piedi. Le attività chiudevano verso l’ora di pranzo e, dopo pranzato, ritornavamo al campo e il pomeriggio i capi ci lasciavano un po’ di tempo libero per andare anche agli shop dove c’era di tutto, c’erano anche degli stand dove ogni nazione presente vendeva il cibo. C’erano anche dei grandi capannoni dove vendevano dei gadget tipo quello del WOSM o quello del Jamboree.
Il mio giorno preferito é stato il cultural day, dove ogni nazione conosceva e faceva conoscere agli altri nuove culture e tradizioni, anche se mi sono divertito molto anche all’evento di apertura, di chiusura e quando abbiamo visitato Incheon e Seul. La responsabilità di rappresentare il mio paese è stata un onore, ma anche una sfida che ha stimolato la mia crescita personale.
La condivisione di storie, la danza delle bandiere, e le risate unite hanno creato un legame indissolubile tra noi ambasciatori. Ho imparato che la comunicazione va oltre le parole, trova la sua essenza nei gesti e negli sguardi.
Il Jamboree del 2023 in Corea del Sud è stato più di un evento: è stato un viaggio verso l’anima di un mondo interconnesso. Attraverso la mia esperienza come ambasciatore, ho imparato che le frontiere esistono solo se le coltiviamo, ma possono svanire quando abbracciamo la nostra comune umanità.
Paolo Fabio Fantasia
Gruppo scout Conversano 1