Relazione Comitato AGESCI PUGLIA 2022. Responsabili e Assistente Regionali

Marìca, Antonio, Don Salvatore

RESPONSABILI ED ASSISTENTE REGIONALI AGESCI PUGLIA

Siete mai riusciti a guardare le stelle in una bella giornata di sole? A scorgere quei puntini luminosi nell’azzurro? Se avete mai vissuto questa esperienza, forse anche voi avete provato ad andare oltre le apparenze e vi siete incaponiti a guardare… più in là.

Le stelle di giorno non si vedono perché la luminosità del Sole le copre e rende il cielo molto brillante, e così, cercando di ripulire la nostra visuale abbiamo provato ad osservare e a catturare tutti i segni che ci circondano e a cercare di interpretare, conoscere, capire, provare a dare sostegno e risposte a ciascuno di essi. Come? Con i piedi ben fermi a terra.

Guardiamo a ciò che da poco abbiamo vissuto: cosa rappresentano le orme che abbiamo lasciato nella polvere dell’anno associativo appena concluso? “Una metafora della vita: asperità, bellezza, sforzo, silenzio, tenacia, costanza” (cit. presidente di #greenaccord) e ci aggiungiamo… speranza.

Asperità

Così come le asperità del terreno su cui camminiamo non sempre ci permettono di condurre un cammino lineare e sereno, anche quest’anno ci ha messo di fronte a non poche difficoltà e incertezze: dalla chiusura di alcuni gruppi alla riduzione dei censiti, dalle complessità che ha comportato l’organizzazione degli incontri alle dolorose scelte di rinvio o annullamento di alcuni di essi; dalle incertezze che hanno ancora segnato alcuni periodi dell’anno alle azioni che non siamo riusciti a portare a compimento (ad esempio: il lavoro di approfondimento sui mandati specifici tra Zona e Regione).

Bellezza

La bellezza e lo stupore sono stati i sentimenti che ciascuno di noi ha provato ogni volta che siamo stati nelle condizioni di poter “fare nuovamente” qualcosa, riprendere piano piano e in punta di piedi le nostre abitudini, riappropriarci di immagini, sguardi, sorrisi, odori e sapori. E riscoprire ogni volta la bellezza delle cose che facciamo, delle strade che tracciamo.

Sforzo

Non è stato semplice ascoltare, guardare, pensare ai percorsi più opportuni, alle parole più adatte per risolvere una situazione o a quelle specifiche da usare in un incontro. Ci siamo sforzati, senza risparmiare chilometri, tempo ed energie. Abbiamo incontrato Zone, Gruppi, Capi e siamo andati ovunque fosse necessario per rendere le strutture e soprattutto le persone, vicine e presenti l’una all’altra. Non è mai venuto meno lo sforzo del Comitato verso la promozione dei percorsi formativi sull’educare alla vita cristiana che sono passati essenzialmente attraverso l’incontro dei nostri assistenti con Padre Roberto Del Riccio ma anche attraverso il sostegno alla costruzione del percorso ha portato l’Associazione a vivere il convegno Emmaus di ottobre 2022.

Silenzio

È stato necessario fermarsi, resettare pensieri, idee e a volte anche azioni già intraprese per mettersi in ascolto dei particolari più impercettibili, per poter dare risposte più adeguate, efficaci, utili o semplicemente per capire che era necessario cambiare strada. Lo stile con cui lo abbiamo fatto è stato quello suggerito dal “manifesto della comunicazione non ostile e inclusiva” a cui abbiamo aderito nel corso dell’anno associativo.

Tenacia

La fermezza e la perseveranza hanno accompagnato tutte le azioni che il Comitato ha intrapreso, e crediamo che abbiano caratterizzato le azioni di molte delle nostre Comunità Capi che caparbiamente hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo. È stato un anno nel quale, con tenacia, abbiamo colto ogni occasione utile per rimarcare che la pace è l’unica via percorribile, così come ci ha ricordato Mons. Ricchiuti nel saluto all’Assemblea primaverile 2022.

Costanza

Stare sempre nelle cose, seguire costantemente gli sviluppi, garantire stabilità continuità e fare di tutto per accompagnare e portare a conclusione processi avviati. La nostra attenzione è stata quella di sostenere costantemente le necessità, le ragioni e le idee provenienti dai nostri territori, nel Consiglio regionale ma soprattutto nel Consiglio nazionale e nel dialogo aperto, leale e costruttivo con il Comitato nazionale. In tal modo, il dialogo costante e l’atteggiamento di contribuzione alla formazione del pensiero associativo sono stati utili per la definizione delle scelte operate dalla nostra Associazione.

Speranza

La scelta di vivere l’assemblea autunnale 2021 nel segno della speranza aveva lo scopo di fornire gli strumenti, le provocazioni e le strategie necessarie a rilanciare l’entusiasmo verso la nostra missione educativa, a trasformare in opportunità la strada sulla quale eravamo chiamati a camminare, a prenderci cura del nostro territorio in un periodo tanto complesso. Di conseguenza, gli interventi di J. Dotti e M. Sinisi sono stati utili stimoli che ognuno di noi ha rielaborato coniugandoli con il proprio vissuto.

La lupetta Speranza ci ha accolto all’inizio di questo anno associativo e ha accompagnato i nostri passi. Tutti noi, forse inconsapevolmente, ci siamo fatti guidare da lei, non l’abbiamo abbandonata, e oggi, anche grazie a lei possiamo dire che ci ha regalato la gioia di aver fatto passi in avanti, di non esserci abbandonati alla sfiducia. Ci ha sorretti anche quando la strada sembrava complicata, non ci ha fatto mollare, ci ha fatto andare avanti, ci ha fatto raggiungere quasi tutti gli obiettivi prefissati.

Cosa significa per noi tenere gli occhi fissi sulle stelle? Innanzitutto è un’esortazione a tener fisso lo sguardo sui nostri obiettivi ma, soprattutto, è un invito a trovare il coraggio di abbandonare i vecchi schemi, la forza di uscire dalle logiche prestabilite, la responsabilità che spinge ad unirsi per far convergere tutte le forze, la fiducia che aiuta a sognare e a far sognare.

Coraggio, forza, responsabilità, fiducia: ci piacerebbe che le stelle che ci sforziamo di guardare avessero questi nomi, vogliamo ritrovarci l’anno prossimo a raccontare ciò che avremo vissuto grazie alla loro guida. I nostri territori ci chiamano, hanno bisogno di noi e della nostra potente azione educativa.

Affidarsi. Un ruolo particolare vorremmo affidarlo alla stella che porterà questo nome. Crediamo sia giunto il momento per riprendere ad affidarci a chi ci sta accanto, a chi ha già percorso le stesse strade e ne sta tracciando altre, a chi le percorre al nostro fianco e insieme a noi. Affidandoci e fidandoci troviamo il sostegno, il confronto aperto e sincero, il coraggio nell’affrontare sfide nuove e il porto sicuro di quelle già provate, la saggezza dell’esperienza e la sfida delle avventure nuove e inedite.

Permetteteci un’ultima ma importante considerazione che “CI” riguarda, riguarda tutti noi, uomini e donne che viviamo in questo tempo e in questo spazio.

Le strutture Zona e Regione non possono più permettersi di focalizzare la loro operatività nella concretizzazione dei progetti, dei programmi e delle azioni prioritarie, senza mettere al centro le persone a cui sono rivolti.

Mai come in questo momento è necessario, anzi indispensabile, trovare un equilibrio tra i tempi dedicati alla realizzazione dei percorsi educativi rivolti agli educandi e quelli necessari all’indispensabile formazione dei Capi. Senza rinunciare a nessuna delle due anime (educativa e formativa).

Servirà l’intraprendenza e la creatività tipica delle Comunità capi per riportare serenità nel servizio quotidiano; sarà necessario che le Zone attivino meccanismi di reciproco sostegno e di scambio di buone prassi per ricercare quelle esperienze che hanno avuto il coraggio di percorrere sentieri differenti, senza alcun pregiudizio; sarà utile promuovere nel Consiglio regionale un’organizzazione del calendario associativo che metta al centro i Capi affinché possano sentirsi uomini e donne felici di servire, adulti che vivono fraterne relazioni nelle comunità di appartenenza.

Solo in tal modo potremo generare fiducia e reciprocità e saremo in grado di riattivare con speranza i percorsi di sviluppo dello scoutismo nei nostri territori. Lo faremo insieme, nello stile sinodale o più semplicemente nell’unico modo che conosciamo… perché lo scoutismo non è un gioco individuale ma è un gioco di squadra basato su relazioni di reciproco sostegno, collaborazione e condivisione.

Sarà facile? Mica tanto! Ma chi è abituato a sorridere e cantare anche nelle difficoltà non si fa certo intimorire dalle avversità e poi, anche se le abbiamo ripetute per un anno intero, le parole di don Tonino Bello ci accompagneranno ancora a lungo: siamo tutti chiamati ad “organizzare la Speranza”.

I giovani Capi ma anche i rover e le scolte (lasciatecelo dire) rappresentano una “risorsa generativa” per lo sviluppo delle nostre comunità, associative e civili. Una risorsa che necessita di processi di valorizzazione, non unicamente di formazione, finalizzati innanzitutto a far scorgere il servizio come meta della propria esistenza ma anche come concreta occasione per indirizzare alla ricerca del bene comune e generare il cambiamento. Perché, citando Baden-Powell, “il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri”.