Fasano 1: Una storia lunga trent’anni

Possiamo dire che il tempo trascorso da quando questo sogno nel 1995 è diventato realtà fino ad oggi è stato un tempo speciale. Allora forse nessuno avrebbe immaginato che oggi, a distanza di quasi trent’anni, quel sogno è ancora realtà per bambini, ragazzi e adulti che insieme a Fasano cercano di lasciare il mondo un po’ migliore di come l’hanno trovato.
La gioia del maggio 1995 quando il gruppo è stato inaugurato dandosi una veste volutamente cittadina è ancora la gioia dei nostri lupetti e lupette, dei nostri esploratori e guide, dei nostri rover e scolte e di quei capi e quelle capo che ancora credono e si impegnano a vivere con gioia il metodo scout.
Tutto questo è stato possibile ed è possibile perché in fondo nessuno di noi ha mai perso la voglia di mettersi una camicia e un paio di pantaloncini e sfidare il freddo dell’inverno e il caldo dell’estate, perché in fondo, anche se non è sempre facile ammetterlo, quel disegno più grande di noi è stato e continua ad essere possibile perché un po’ tutti abbiamo sempre provato, nel nostro piccolo, a dare un calcio alla sillaba im- dalla parola impossibile.
Sono stati anni unici, quasi sempre felici, a volte un po’ meno, ma possiamo dire con forza che sono stati anni veri. Il nostro impegno e la nostra perseveranza è tutta nelle camicie sudate al rientro dai nostri campi, è nelle lacrime di gioia per la promessa o la partenza di un nostro fratello o di una nostra sorella scout, è nella tristezza per chi oggi non c’è più, è nella fatica dei capi che conciliano i mille impegni scout con la loro vita e con quella delle loro famiglie.
Il centenario dello scoutismo, i festeggiamenti per i 25 anni del gruppo, la manifestazione in piazza Ciaia per la pace, la presentazione del nostro ultimo P.E. sono stati solo alcuni di tutti quei momenti in cui ciascuno di noi si è sentito parte di qualcosa di più grande, in cui siamo riusciti a gettare insieme il cuore oltre l’ostacolo.
Vogliamo dire grazie a tutti noi che ancora oggi ci siamo e anche a chi oggi non indossa più l’uniforme e il fazzolettone verde e blu ma li conserva come fossero qualcosa di prezioso e di cui andare fieri. Insieme abbiamo scritto una pagina importante della nostra vita e di quella della nostra Città.