Lettera aperta sul naufragio di umanità

In questo tempo dominato da quello che Zygmunt Bauman chiama “il demone della paura”, ogni navigazione corre il rischio di un naufragio di umanità. Vorremmo offrire a noi tutti capi scout delle rotte di discernimento sulle coordinate delle parole forti di don Luigi Ciotti e del Cardinale Francesco Montenegro, presidente della Caritas Italiana, sui fatti di cronaca di questi giorni: la chiusura dei porti italiani alla nave Aquarius e alla Sea Watch 3 annunziata dal ministro Salvini.

Una cronaca fatta di 629 storie di speranza.

Scrive don Luigi Ciotti: “I migranti fuggono dalla povertà, dai disastri ambientali, dai conflitti e dalle guerre. Allora l’immigrazione non può essere un reato perché la speranza non è un reato”.

Su Avvenire di quest’oggi troviamo le parole del Cardinal Montenegro: “Credo che questa sia una sconfitta della politica che non sa gestire queste emergenze e prova a far rimbalzare la palla delle responsabilità mentre degli esseri umani rischiano. La politica dev’essere interessata al bene comune”…“L’Europa deve prendere atto che nessuno può fermare questi flussi, che sono epocali, e non è chiudendo porti e rimbalzandosi responsabilità che si troverà una soluzione”.

Affidiamo il nostro discernere alla forza dello Spirito che ci precede ed accompagna con i suoi Profeti.

“Santa Maria, donna accogliente, rendici capaci di gesti ospitali verso i fratelli. Sperimentiamo tempi difficili, in cui il pericolo di essere defraudati dalla cattiveria della gente ci fa vivere dietro porte blindate e sistemi di sicurezza. Non ci fidiamo più l’uno dell’altro. Vediamo agguati dappertutto. Il sospetto è diventato organico nei rapporti con il prossimo. Il terrore di essere ingannati ha preso il sopravvento sugli istinti di solidarietà che pure ci portiamo dentro. E il cuore se ne va a pezzi, dietro i cancelli dei nostri recinti.

Disperdi, ti preghiamo, le nostre diffidenze. Facci uscire dalla trincea degli egoismi corporativi. Sfascia le cinture delle leghe. Allenta le nostre ermetiche chiusure nei confronti di chi è diverso da noi. Abbatti le nostre frontiere. Quelle culturali, prima di quelle geografiche. Queste ultime cedono ormai sotto l’urto dei popoli “altri”, ma le prime restano tenacemente impermeabili. Visto allora che siamo costretti ad accogliere stranieri nel corpo della nostra terra, aiutaci ad accoglierli anche nel cuore della nostra civiltà.”

Don Tonino Bello “ Maria donna accogliente”.

Marìca e Teodoro, Giovanna e Franco
Responsabili regionali e Incaricati al Settore GPN