130 persone sono morte al largo della Libia. 130 persone lasciate annegare, ancora una volta, nel Mediterraneo. Sono poche? Sono troppe? 130 persone hanno perso la vita mentre viaggiavano verso l’Europa, con le proprie storie, i propri sogni, le proprie paure, aggrappate al desiderio di un futuro migliore, di una nuova opportunità per ricominciare.
Esprimiamo il nostro dolore e ci uniamo a quanti in questo momento piangono un amico, un fratello, un figlio inghiottito dalle “nostre” acque.
Non possiamo continuare ad assistere indifferenti a queste tragedie preannunciate. L’unica strada possibile è quella dell’accoglienza e dell’inclusione, perché salvare vite è un dovere umano che riguarda ognuno di noi.
Guardateli negli occhi! Se li guarderete negli occhi vi accorgerete di avere accanto fratelli e non numeri. “L’altro è un volto da scoprire, da contemplare (…) La pace cos’è? La convivialità delle differenze, quando si mettono a sedere alla stessa tavola persone diverse, che noi siamo chiamati a servire“- diceva don Tonino Bello.
“Non si può vivere in un mondo chiuso” Jovanotti
Valentina De Palma
Incaricata regionale al settore Giustizia, Pace e Non violenza