Ross Molfetta “Sovversivi, eretici e ri-Belli”

La Ross è qualcosa di più.

La Ross è qualcosa di più, una strada, un tesoro che cogliamo quando il sentiero ci permette di fermarci.
E se capita un fuoco, non lo facciamo scappare.
La Ross è qualcosa di più di ragazzi che cantano tra le strade del paese, sono momenti di quotidianità, in mezzo alla gente, sentieri di inconsapevole felicità che resistono alla ragione, stordiscono.
Un imbroglio, un mondo alla rovescia, il sapore fresco della pioggia di fine aprile carica di nostalgia, un brivido che rimane dentro e non si riesce a mandarlo via. Steli dai fiori gialli e verde di prati che si piegano al vento e accarezzano l’aria. E ramo di mandorlo in fiore, il sorriso bianco di una suora. la scommessa a colori di restare dove si è, quando tutto il resto è una televisione in bianco e nero.
La Ross è qualcosa di più, una storia da raccontare, le parole di un testimone che combatte le sue campagne, passi da sapere, due fragilità in un abbraccio, dove il cuore può vedere ciò che gli occhi non possono più fare: un ricordo all’improvviso.
La Ross è qualcosa di più, è qui e ora, dove le cose che contano bussano alla porta, vogliono entrare, sono rover e scolte che smettono di resistere. C’è qualcosa di più dentro di loro che dolcemente cresce, non ha un nome, non lava via i dubbi ma fa nuove le domande.
La Ross è qualcosa di più, è costruire rinunciando alla perfezione, riscoprendo la gioia nell’esperienza tra la promessa e la partenza.
Sono milioni di stelle cadute sul pavimento di una chiesa in cerca di una destinazione, sono sguardi che non si nascondono, che illuminano le parole di cui mi vergogno.
La Ross è qualcosa di più, piedi che guidano altri piedi, che accendono un faro, una luce sui piedi degli ultimi. È il tempo giusto, il tempo lento che va al passo delle sfumature di cui siamo fatti. Una strada non ancora pensata a due passi fuori di casa.
“La Ross è qualcosa di più” è il ritornello del canto che i rover e le scolte hanno scritto per raccontare e raccontarsi, lo cantano insieme stretti in un abbraccio per prendere il tempo dell’altro.
Non c’è un posto migliore in cui sperare.
Buona strada